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I Gosho sono gli scritti di Nichiren Daishonin.
Li troviamo sotto forma di lettere o trattati e il loro numero è di svariate decine.
Nell'edizione italiana sono raccolti in nove volumi, qui scaricabili integralmente.
Le lettere sono lezioni e incoraggiamenti inviati personalmente ai vari amici e discepoli.
I trattati sono insegnamenti o rimostranze al governo e ai reggenti di allora.
I Gosho costituiscono la base della dottrina buddista e anche un mezzo rapido ed efficace per ricevere risposte a problemi e a interrogativi personali.
Viene suggerito di leggerli ad alta voce come se fossero stati scritti a noi di persona.
Lo studio del Gosho è parte integrante e imprescindibile della pratica buddista e ne costituisce uno dei tre pilastri fondamentali (fede, pratica e studio).
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Le offerte al Gohonzon
Nel Gosho il raggiungimento del Buddismo in questa esistenza è scritto:
«Sia che tu invochi il nome del Budda, che reciti il sutra o chesemplicemente offra fiori e incenso, tutte le tue azioni virtuosecostituiranno la causa per i benefici e per la fortuna nella tua vita. Conquesta convinzione devi mettere la tua fede in pratica» (SND, 4, 5).
Inquesto brano "il nome del Budda" è Nam-myoho-renge-kyo, e recitare l sutra vuol dire leggere mattina e sera il libretto di Gongyo, quindi gni azione basata sul Gohonzon porta benefici e fortuna, perciòr citare Gongyo e Daimoku sono le basi della pratica, le altre sincere offerte al Gohonzon sono un mezzo per mostrare la nostra fede eottenere benefici. Per prima cosa dobbiamo avere la "convinzione" che fare offerte al nostro oggetto di culto equivale a farle a noi stessi, ad apprezzare e stimare la nostra vita per quella che è e per quella che diventerà, illuminata dai caratteri di Nam-myoho-renge-kyo, per cui ogni azione deve essere sincera, spontanea e non formale: anche ilsemplice offrire l'acqua ogni mattina è un gesto che racchiude moltisignificati. Ma cerchiamo di saperne di più. Per prima cosa quando riceviamo il Gohonzon, una volta a casa lo appendiamo nel butsudan,un armadietto, da tenere sempre ben spolverato, che serve a contenerlo e a proteggerlo, e che andrà collocato nel posto migliore della casa, qualunque sia il tipo di casa, ovviamente agendo con buonsenso e nel rispetto dei familiari o amici che dividono l'abitazione connoi. Il Gohonzon deve essere ben illuminato senza zone d'ombra, in modo da poterlo vedere chiaramente ed essere così più concentrati nella recitazione di Gongyo e Daimoku.
L'offerta dell'acqua: il suo contenitore può essere di varie forme, lo mettiamo davanti al Gohonzon prima della recitazione di Gongyo mattina e lo togliamo prima del Gongyo serale. Questa tradizione ha radici che si perdono nella notte dei tempi e nasce in India, la culla del Buddismo. Offrire acqua, in un paese così torrido e siccitoso era considerato un gesto di grande riguardo e rispetto verso gli ospiti, e inseguito nacque l'usanza di donarla anche davanti alle tombe e ne itempli buddisti. Essa rappresenta la purificazione della propria vita ogni giorno e anche il desiderio di mantenere una fede pulita e costantecome l'acqua che scorre e non ristagna.
L'offerta delle candele, un tempo unica fonte di luce per illuminare l'oggetto di culto e non solo, la ritroviamo in molte religioni e riti e anche in vari sutra è citata l'azione di offrire al Budda la luce di lampade a olio. Generalmente sono due le candele che offriamo al Gohonzon, ma non è una regola; ne possiamo mettere anche una soltanto, basta attenersi a dei semplici accorgimenti, per esempio non facendole bruciare troppo vicino al butsudan. Più profondamente lec andele stanno a significare la verità di non sostanzialità o potenziale della vita latente ma rappresentano anche la proprietà della saggezza o la proprietà spirituale illuminata del Budda e la potenziale saggezza di risvegliarci alla nostra innata natura di Budda.
L'incenso, posto orizzontalmente nel brucia incenso o in altro contenitore di fronte al Gohonzon, una volta acceso, serve a creare un profumo fragrante e un'atmosfera accogliente e serena in tutta las tanza mentre recitiamo Gongyo e Daimoku. Anche questa offerta,come le candele è comune a molte religioni. Però anche se presente in svariate fragranze non è gradito da tutti ed è quindi bene bruciarlo solose i presenti sono d'accordo. Nel Buddismo rappresenta la verità della Via di mezzo, la proprietà essenziale del Budda o della proprietà della Legge e il potenziale della nostra innata natura di Budda.
I sempreverdi che adornano lo spazio laterale o antistante il butsudan stanno a simboleggiare l'eternità, la permanenza e la purezza della vita; esprimono anche vitalità perché le loro foglie, come l'alloro,possono perdurare anche per qualche anno di seguito. Oggi i sempreverdi sono l'offerta più usata, ma non esiste una prescrizione che impedisca di offrire fiori o altri tipi di piante, infatti in svariati Gosho il Daishonin cita le offerte di fiori. Le piante, con il loro colore e profumo, hanno la funzione di rendere più piacevole e rilassante l'ambiente dove si svolge la pratica buddista.
Il suono della campana durante Gongyo serve per offrire un piacevole suono al Gohonzon e per armonizzare la recitazione; significa anche lodare il Budda. Il suo suono non deve essere forte o stridente, mapiacevole all'ascolto. Ovviamente dobbiamo fare attenzione a non disturbare i vicini o chi divide l'appartamento con noi.
Offrire del cibo al Gohonzon è un gesto di profonda gratitudine egeneralmente si usa offrire frutta fresca. Dal Giappone deriva latradizione di offrire il riso bollito, che come afferma il Gosho: «[...],offrire al Budda l'unica ciotola di riso da cui dipende la sopravvivenza è dedicare la propria vita al Budda» (L'offerta del riso bianco, SND, 4,286). Rappresenta quindi il nutrimento e la forza vitale dell'esistenza.
Perché fare offerte al Gohonzon?
Innanzitutto è importante ribadire che le offerte che i credenti fanno al Gohonzon non devono essere una rigida formalità: ogni persona donerà quello che le sembra più opportuno. L'azione dell'offrire può contribuirea migliorare la nostra relazione con il Gohonzon; è un momento per dimostrare a noi stessi prima di tutto, il desiderio di fondere la nostr avita con quella del Budda originale. Questi gesti sinceri produrranno unsentimento e un legame più profondo verso il Gohonzon, proprio come quando facciamo un regalo a una persona cara, e accresceranno ancheil rispetto per la nostra vita, che è la cosa più preziosa e nobile cheesiste. Ma la cosa fondamentale è la sincerità delle nostre offerte qualsiasi esse siano!«Nel passato Tokusho Doji offrì una torta di fango al Budda e rinacque come re Ashoka che regnò su tutta Jambudvipa. Una povera donna si tagliò i capelli e li vendette per comprare l'olio e nemmeno i venti che soffiano impetuosi dal monte Sumeru poterono estinguere la fiamma della lampada alimentata da quell'olio» (Risposta a Onichinyo, SND, 9, 145).